Reinventare la musica, esplorandola per gradi e senza pregiudizi. Franco Oppo è sempre partito da idee fatte di suoni, quelle che è necessario avere prima di iniziare a scrivere una composizione. «Suoni statici o in movimento, molti o pochi, piano o forte, omogenei o contrastanti. Alternanze e anche vaghe suggestioni sonore: purché qualcosa suoni nella nostra testa».
Le esperienze musicali di Franco Oppo
Le origini nuoresi
Franco Oppo nasce il 2 ottobre 1935 a Nuoro, dove il padre era impiegato in qualità di geometra del Genio Civile. La famiglia paterna era originaria di Ghilarza e il nonno era cugino in primo grado di Antonio Gramsci. La nonna materna viveva nella stazione del Tirso, dove gestiva un punto di ristoro.
E’ lo stesso compositore a raccontare, nella bellissima Conversazione raccolta da Gian Nicola Spanu, come proprio nella pacifica Ghilarza si svolga un evento cruciale. Un gruppo di banditi irrompe in nella notte del Natale del 1948. «Erano dei poveracci», racconta Franco Oppo «costretti a fare i banditi per miseria. A noi bambini per tranquillizzarci ogni tanto davano una caramella, portarono via tutto, quindi si dileguarono». Dopo l’inevitabile riconoscimento dei responsabili, pur non accusando nessuno, il padre del compositore teme le possibili ritorsioni e chiede di essere trasferito a Cagliari.
Gli studi cagliaritani
Per il quattordicenne Franco, che aveva già iniziato a studiare pianoforte e armonia a Nuoro, inizia adesso una nuova vita. Al Conservatorio di Cagliari, Franco Oppo entra in contatto con Franco Margola per la composizione, con Marcello Abbado e Anna Paolone Zedda per il pianoforte. Qui incontra anche due importanti personalità musicali italiane dell’epoca, diventati direttori del Conservatorio cagliaritano, Renato Fasano ed Ennio Porrino.
Mentre Porrino instaura con il giovane compositore un rapporto piuttosto conflittuale, Fasano mostra per lui una stima ben più esplicita. Storico direttore del Conservatorio, Fasano aveva fondato l’Istituzione dei Concerti di Cagliari e il gruppo strumentale dei Virtuosi di Roma. Inoltre, era l’infaticabile organizzatore delle Vacanze Musicali di Venezia.
«Quando arrivavo a Venezia per frequentare le Vacanze Musicali» ricorda Franco Oppo «ero accolto da un suo invito a pranzo. Era come un esame preliminare, anno dopo anno, per verificare come ero cambiato».
Dal 1958 al 1963, Oppo partecipa alle Vacanze veneziane, dove studia pianoforte con Gino Gorini e Carlo Zecchi e composizione con Giorgio Federico Ghedini. Nel frattempo, tra il 1958 e il 1960, Oppo conclude brillantemente gli studi conservatoriali a Cagliari, diplomandosi in Pianoforte, Musica Corale e Composizione.
Gli esordi
E’ all’Accademia di Santa Cecilia di Roma che Franco Oppo diventa allievo di Goffredo Petrassi e, sempre nella Capitale, studia musica elettronica con Franco Evangelisti. Il 1963 segna un punto di svolta nella sua carriera. Il compositore scrive il Lamento dal salmo XIII per coro e strumenti a percussione. Il brano sarà poi eseguito al Teatro “La Fenice” di Venezia il 13 settembre 1964, diretto da Andrzej Markowski.
Nello stesso anno, grazie ad una borsa di studio del Ministero degli Esteri, decide di affrontare uno stage in Polonia. Oltre la cosiddetta cortina di ferro «era ormai chiaro che stava accadendo qualcosa di importante e di nuovo per la musica europea». Franco Oppo trascorre il primo anno a Cracovia, dove prosegue lo studio del pianoforte con ottimi maestri. Come sede per il secondo, sceglie Varsavia, da sempre città cosmopolita e centro di grande attrazione per la musica contemporanea. E’ qui che decide di dedicarsi completamente alla composizione.
Il ritorno in Sardegna
Franco Oppo torna stabilmente in Italia alla fine del 1965, per assumere l’insegnamento di Armonia e contrappunto nel Conservatorio di Cagliari. Ma il rientro, dopo due anni, non è privo di ombre: «mi resi conto di essere stato quasi dimenticato». Nel frattempo, nel mondo musicale italiano l’avanguardia postweberniana aveva dato vita a una rigida forma di neo-accademismo. L’opportunità per imporsi nuovamente è offerta a Oppo dalla presentazione in Olanda di alcune sue composizioni al prestigioso Festival Gaudeaumus. E’ una preziosa occasione di confronto in un ambiente dove il suo stile – che risulta isolato nel generale conformismo italiano – trova molta stima e apprezzamento.
Gli anni Settanta sono per Franco Oppo pieni di ricche esperienze creative. Vedono la luce alcuni lavori fondamentali, come la Musica per chitarra e quartetto d’archi e Rondeau (entrambe del 1975) e Amply (1976). In questi brani i procedimenti combinatori si intrecciano con l’alea, così come accade in Praxodia per soprano, basso e otto strumenti (1976). La composizione viene eseguita per la prima volta al XX Festival di musica contemporanea di Varsavia il 22 settembre 1976. Praxodia ottiene i primi premi di giuria e pubblico al IV Seminario internazionale dei compositori di Boswil nel novembre dello stesso anno.

La versione scenica dell’opera vince la Prima Rassegna internazionale di teatro da camera della Filarmonica umbra di Terni nel 1978. Praxodia viene eseguita anche a Spoleto il 29 settembre 1979 nel corso della XXXIII Stagione del Teatro sperimentale Adriano Belli. Quest’opera straordinaria e affascinante è incentrata sulle caratteristiche semantico-fonematiche del testo del poeta angolano Agostinho Neto. Tuttavia, in Praxodia affiorano anche le suggestioni del ricco patrimonio della musica popolare della Sardegna, integrato con i procedimenti compositivi dell’avanguardia dell’epoca.
Le Giornate di musica contemporanea
Negli anni Settanta, grazie all’attività intensissima di Oppo, la musica contemporanea irrompe in Sardegna. Nel 1977 il Teatro lirico di Cagliari nomina una commissione di sovrintendenza, con due musicisti (Oscar Crepas e Franco Oppo) e l’ingegner Flavio Dessy Deliperi. Grazie al lavoro di Oppo, nel 1977 e nel 1978 vengono realizzate le due edizioni delle Giornate di musica contemporanea. Il festival, di profilo internazionale, riscuote un grande successo di pubblico e attira l’attenzione dei maggiori quotidiani italiani.
Ma gli anni Settanta sono anche momenti di fondamentali riconoscimenti nel Conservatorio cagliaritano. Qui infatti viene aperto da Franco Oppo il corso di Nuova Didattica della Composizione, uno dei cinque attivati in tutta Italia. Dal corso uscirà una schiera di giovani autori: Fabrizio Casti, Antonio Doro, Lucio Garau, Marcello Pusceddu, Giorgio Tedde, Andrea Saba, Ettore Carta e Antonio Lai. È ad essi che Franco Oppo insegna il gioco del comporre, affascinante e coinvolgente, confortato dalle ‘teorie forti’, ovvero lo strutturalismo, la semiologia, la teoria della comunicazione.
Franco Oppo e Spaziomusica
L’attenzione riservata alle Giornate del 1977 spingono Franco Oppo a fondare l’Associazione Spaziomusica e il suo Festival, di cui è stato a lungo il direttore artistico. Con lui ci sono Enrico Di Felice, Riccardo Leone, Myriam Quaquero e Antonio Trudu, ma presto il gruppo si allargherà. E’ una vera rivoluzione culturale che svolge un ruolo molto significativo a livello internazionale. Il Festival ha portato a Cagliari compositori importanti come Luigi Nono, Iannis Xenakis, Karlheinz Stockhausen e Mauricio Kagel.

Dagli anni Ottanta in poi, Oppo orienta sempre più convintamente la propria ricerca linguistica verso un impiego organico degli elementi costitutivi della musica popolare sarda. I suoi lavori, oltre che a livello internazionale, diventano un punto di riferimento imprescindibile per la musica della Sardegna. Non è, il suo, un impiego “citazionistico” di monodie, frammenti polifonici o ritmi della tradizione. Oppo, infatti, si rivolge a un autentico uso “strutturale” dei meccanismi che regolano la musica sarda.
Il catalogo delle opere di Franco Oppo
Franco Oppo si è spento il 14 gennaio 2016. Pochi mesi prima , il 2 ottobre 2015, nell’aula consiliare del Comune di Cagliari si era tenuta una solenne cerimonia per festeggiare i suoi 80 anni.

Il catalogo delle opere di Franco Oppo comprende 88 composizioni. Tra queste, vanno almeno ricordati:
- i due lavori teatrali Praxodia II (1979) ed Eleonora d’Arborea (1986, dall’omonimo «racconto drammatico» di Giuseppe Dessì)
- Musica per chitarra e quartetto d’archi (1975)
- Quadri di guerra (composizione televisiva, elettronica – regia: Roberto Olla – 1984)
- Gallurese e Baroniese (per pianoforte a quattro mani – 1989 e 1993)
- Variazioni su tema di Mozart per orchestra (1991)
- Musica per 11 strumenti ad arco (1992)
- i due Concerti per pianoforte e orchestra (1995-97 e 2002)
- Alcune verità indimostrabili per 6 strumenti (2004), un omaggio a Goffredo Petrassi.
Nel 2017 la moglie Ida e le figlie Irene e Carla hanno donato il suo archivio alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Il Fondo Franco Oppo comprende manoscritti, partiture, schizzi, abbozzi, appunti, lettere, fotografie, manifesti, libri annotati, compact disc, nastri magnetici.

Bibliografia essenziale
- Franco Oppo, Musiche per pianoforte solo e con strumenti, cd-book a cura di Mario Carraro, Stefano Melis, Gian Nicola Spanu, Sassari, CERM, 2004.
- ANTONIO TRUDU, Franco Oppo: il musicista organico, in Insula. Quaderno di cultura sarda, n. 6, 2009, pp. 93-120.
- ANTONIO TRUDU, L’“Eleonora d’Arborea” di Giuseppe Dessì musicata da Franco Oppo, in Portales, 2010, n. 11, pp. 84-88.
- ALESSANDRO MILIA, Franco Oppo, appunti sulla figura e sullo stile, in Musica/Realtà, 2011, n. 94, pp. 61-92.
- CONSUELO GIGLIO, Franco Oppo. Nuova musica dalla Sardegna, Palermo, L’Epos, 2011 (con catalogo delle opere, bibliografia e iconografia).